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Piero Dominici

Università degli studi di Perugia
30 maggio
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Biografia

Piero Dominici (PhD), Professore Associato, sociologo, filosofo, pensatore sistemico, è Direttore Scientifico di CHAOS (2011) - International Research and Education Programme on "Complex Human Adaptive Organizations and Systems". Tra i numerosi riconoscimenti e incarichi internazionali, è UNESCO IPL Expert e Delegato ufficiale all'UNESCO, Fellow della World Academy of Art & Science (WAAS) e dell’International Engineering and Technology Institute (IETI), UN Invited Speaker and Expert, oltre che Direttore (Scientific Listening) del Global Listening Center. Vicepresidente della World Complexity Science Academy (WCSA) e della WCSA LATAM (America Latina), esperto selezionato del gruppo JRC - European Commission - e Fellow dell'International Political Science Association (IPSA), insegna Comunicazione pubblica, Educazione alla complessità e all'imprevedibilità, Sociologia della Complessità sociale, Reti globali e Sicurezza e Intelligence. Reti e Sistemi complessi, presso l'Università degli Studi di Perugia, dove ha anche attivato alcuni Laboratori formativi riconosciuti su AI, educazione e complessità. È, inoltre, da molti anni, referee di prestigiose riviste scientifiche a livello mondiale. Ricercatore scientifico, educatore, autore e relatore internazionale da quasi trent'anni, le sue principali aree di competenza e interesse comprendono la (iper)complessità, i sistemi complessi, la transdisciplinarità e la condivisione della conoscenza nei campi dell'educazione, dell'istruzione superiore, della teoria dei sistemi, della tecnologia, dell'intelligence, della sicurezza, della cittadinanza e della comunicazione. Membro dell'Albo dei Revisori del MIUR (Ministero dell'Istruzione Superiore e della Ricerca) e Fellow del New England Complex Systems Institute e della European Complex Systems Society, è anche membro permanente di diversi tra i più prestigiosi comitati scientifici nazionali e internazionali. Autore di libri e di numerosi saggi e articoli scientifici.

Biografia

Piero Dominici (PhD), Professore Associato, sociologo, filosofo, pensatore sistemico, è Direttore Scientifico di CHAOS (2011) - International Research and Education Programme on "Complex Human Adaptive Organizations and Systems". Tra i numerosi riconoscimenti e incarichi internazionali, è UNESCO IPL Expert e Delegato ufficiale all'UNESCO, Fellow della World Academy of Art & Science (WAAS) e dell’International Engineering and Technology Institute (IETI), UN Invited Speaker and Expert, oltre che Direttore (Scientific Listening) del Global Listening Center. Vicepresidente della World Complexity Science Academy (WCSA) e della WCSA LATAM (America Latina), esperto selezionato del gruppo JRC - European Commission - e Fellow dell'International Political Science Association (IPSA), insegna Comunicazione pubblica, Educazione alla complessità e all'imprevedibilità, Sociologia della Complessità sociale, Reti globali e Sicurezza e Intelligence. Reti e Sistemi complessi, presso l'Università degli Studi di Perugia, dove ha anche attivato alcuni Laboratori formativi riconosciuti su AI, educazione e complessità. È, inoltre, da molti anni, referee di prestigiose riviste scientifiche a livello mondiale. Ricercatore scientifico, educatore, autore e relatore internazionale da quasi trent'anni, le sue principali aree di competenza e interesse comprendono la (iper)complessità, i sistemi complessi, la transdisciplinarità e la condivisione della conoscenza nei campi dell'educazione, dell'istruzione superiore, della teoria dei sistemi, della tecnologia, dell'intelligence, della sicurezza, della cittadinanza e della comunicazione. Membro dell'Albo dei Revisori del MIUR (Ministero dell'Istruzione Superiore e della Ricerca) e Fellow del New England Complex Systems Institute e della European Complex Systems Society, è anche membro permanente di diversi tra i più prestigiosi comitati scientifici nazionali e internazionali. Autore di libri e di numerosi saggi e articoli scientifici.

Abstract

Emergence. La tesi contraddittoria della gestione/controllo della complessità e l'urgenza di educare all'imprevedibilità

Quando parliamo di sistemi complessi e, più in generale, di complessità, dobbiamo sempre considerare che le emergenze e l'imprevedibilità sono elementi costitutivi della complessità che proviamo ad abitare: in questa prospettiva, il nostro compito principale è quello di imparare a convivere con i cigni neri, ad affrontare la (iper)complessità (1996), imparando a prepararci all'inatteso piuttosto che continuare a cercare, in maniera illusoria, di prevedere il futuro o, appunto, di gestire/controllare la complessità. L'idea stessa di "gestire la complessità" è una contraddizione in termini. Dobbiamo andare oltre i cigni neri, accettando l'emergente come parte integrante dei sistemi complessi, e l'auto-organizzazione spontanea, incontrollabile e imprevedibile della vita (proprietà emergenti). La vita e l'organizzazione della vita - la loro evoluzione non lineare e imprevedibile - la vita e il sociale in tutte le loro forme, negli ecosistemi, nei cosiddetti "organismi viventi" e nei "sistemi adattivi complessi", non sono "parti" o pezzi di un oggetto o di un puzzle da ricomporre seguendo regole e principi più o meno definiti e accettati. Uno degli errori più fatali che stiamo commettendo è quello di continuare a confondere i “sistemi complessi” con i “sistemi complicati”, riproducendo vecchie "false dicotomie". In un sistema complesso non esiste un osservatore esterno. Siamo tutti osservatori/partecipanti. L'atto di osservare ha un impatto su ciò che viene osservato e, allo stesso tempo, anche l'osservatore viene modificato. La capacità di identificare, riconoscere e indagare le connessioni, le correlazioni e le interazioni tra le parti interconnesse e interdipendenti che costituiscono i sistemi dovrebbe essere la funzione primaria dell'educazione: educare a vedere e creare connessioni, connessioni sistemiche. In particolare, dobbiamo ripensare le traiettorie dell'educazione per il futuro, mettendo i nostri studenti (ma anche gli studiosi/ricercatori) in grado di abitare il futuro in tutta la sua complessità. È urgente una visione sistemica e un rinnovato dialogo e contaminazione tra conoscenze e competenze, tra scienze umane e scienze, tra tecnologia e cultura, razionalità e creatività, forma e sostanza, e soprattutto tra umano e tecnologico. Occorre sanare la frattura artificiale che separa questi concetti in “false dicotomie”. Quelli che oggi consideriamo i "limiti" dei campi del sapere, i confini tra conoscenze e competenze, tra razionalità e creatività, possono e devono diventare aperture, passaggi, vie, opportunità. Abbiamo sempre più bisogno di "figure ibride*" (ibidem) capaci di tenere insieme immaginazione e razionalità, creatività e metodologia rigorosa, di unire l'umano e il tecnologico. Non possiamo più permetterci il lusso di formare solo “tecnici”, proprio perché viviamo in una civiltà ipertecnologica. catturati dalle grandi illusioni della società ipertecnologica: le illusioni della razionalità, del controllo, della misurabilità, della prevedibilità e dell'eliminazione dell'errore. L'obiettivo fondamentale della mia proposta è quello di riflettere e sviluppare il dibattito sul "perché" e sul "come" dovremmo ripensare, reimmaginare, cambiare radicalmente le scelte e le strategie su cui stiamo modificando, erroneamente e inadeguatamente, da almeno tre decenni - logiche di separazione e confinamento dei saperi, approccio STEM, nuovi riduzionismi e determinismi - le nostre amate istituzioni educative e formative. Parole chiave: Emergenza, sistemi complicati e sistemi complessi, il grande errore, Transforming Education, false dicotomie, figure ibride, CAmbio di paradigma.

Presentazioni

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Video


english Bio

Prof. Piero Dominici (PhD), Associate Professor, sociologist, philosopher, Educator and Systems Thinker, is Scientific Director of CHAOS (2011) - International Research and Education Programme on “Complex Human Adaptive Organizations and Systems” -, UNESCO IPL Expert and official delegate to UNESCO. Fellow of the World Academy of Art & Science (WAAS) and of the International Engineering and Technology Institute (IETI), UN Expert and invited speaker, he is Director (Scientific Listening) at the Global Listening Center. Vice President of the World Complexity Science Academy (WCSA) and of WCSA LatAm, Expert of JRC Group - European Commission - and Member of the International Political Science Association (IPSA), he teaches Public Communication, Education towards Complexity and Unpredictability, Sociology of Social Complexity, Global Networks and Security and Intelligence. Complex Systems and Networks, at the University of Perugia and he is a referee for prestigious scientific journals worldwide. As scientific researcher, educator, author and international speaker for almost thirty years, his main areas of expertise and interest encompass (hyper)complexity, complex systems, transdisciplinarity and knowledge sharing in the fields of education, higher education, systems theory, technology, intelligence, security, citizenship and communication. Member of the MIUR Register of Revisers (Italian Ministry of Higher Education and Research) and Fellow of the New England Complex Systems Institute and of European Complex Systems Society, he is also standing member of several of the most prestigious national and international scientific committees. Author of numerous essays, scientific articles and books.

english Abstract

Emergence. The contradictory thesis of managing/controlling complexity and the urgency of educating towards unpredictability

When speaking about complex systems and/or complexity, we need to keep in mind that emergencies and unpredictability are intrinsic parts of the complexity we inhabit: our job is to learn how to cohabit with black swans, how to cope with (hyper)complexity (1996), by learning how to expect the unexpected rather than trying to predict the future or manage/control complexity. The very idea of “managing complexity” is a contradiction in terms. We need to go beyond black swans, accepting emergency as an integral part of emergence, which is the spontaneous, uncontrollable and unpredictable self-organization of life (emergent properties). Life and the organization of life - their non-linear and unpredictable evolution - life and the social in all their forms, in ecosystems, in the so-called 'living organisms' and 'complex adaptive systems', are not 'parts' or pieces of an object or puzzle to be recomposed following more or less defined and accepted rules and principles. One of the most fatal errors we are making is to continue to confuse complex and complicated systems, re-producing old "false dichotomies". In a complex system, there is no such thing as an external observer. We are all observer/participants. The act of observing has an impact on what is being observed, and at the same time, the observer is changed as well. The ability to identify, recognize, and investigate the connections, the correlations and the interactions between the interconnected and interdependent parts that constitute the systems should be the primary function of education: educating to see and make connections, systemic connections. In particular, we must rethink the trajectories of education for the future, empowering our students (but, also the scholars/researchers) to be able to inhabit the future in all of its complexity. What is urgently needed is a systemic vision and a renewed dialogue and contamination between knowledge and skills, between the humanities and the sciences, between technology and culture, rationality and creativity, form and substance, and above all, between the human and the technological. We need to heal the artificial fracture separating these concepts into false dichotomies. What we consider today to be the "limits" of the fields of knowledge, to be the borders between knowledge and skills, between rationality and creativity, can and must become openings, passageways, pathways, opportunities. What we need more and more urgently are "hybrid figures*"(ibid.) capable of holding together imagination and rationality, creativity and rigorous methodology, of uniting the human and the technological. We can no longer afford the luxury of training solely technicians; precisely because we are living in a hypertechnological civilization. caught in the grand illusions of the hypertechnological society: the illusions of rationality, control, measurability, predictability and the elimination of error. The fundamental objective of my proposal is to reflect and develop the debate on 'why' and 'how' we should rethink, re-imagine, radically change the choices and strategies on which we have been wrongly and inadequately modifying for at least three decades - logic of separation and confinement of knowledge, STEM approach, new reductionisms and determinisms - our beloved educational and training institutions. Keywords: Emergence, complicated and complex systems, the great mistake, Transforming Education, false dichotomies, hybrid figures, Paradigm Shift.

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